Formulare richieste – considerazioni tra Rosenberg ed un adolescente

Mio figlio ha iniziato ad andare in vacanza con gli amici, da circa tre anni, per una o due settimane.

Cercando di fare la mamma moderna, lo chiamo al massimo una volta, in quella settimana, alcune volte anche mai, con il patto che una volta al giorno mi mandi un messaggio su WhatsApp.

Ora, sarei curiosa di sapere quante parole i vostri figli pre/adolescenti usano per rispondere alla domanda “come va?”. Io alcune volte penso che il suo WhatsApp funzioni con il piano tariffario degli sms degli anni 2000, in cui scrivevamo creando il codice fiscale delle parole, per far entrare tutto in un unico sms e spendere meno, perché la risposta alla domanda “Come va” é “bene” e alla Domanda “Come stai?” è “ok”.

Quindi, ho cercato di specificare meglio la mia richiesta, chiedendo prima che partisse, di “scrivermi almeno due parole, due parole che non fossero “tutto bene”!” quello che ho imparato è che anche questa richiesta era troppo vaga… perché quello che ho ottenuto erano due parole random, come il titolo di un film oppure il nome di un presidente a caso degli Stati Uniti… 😂

Secondo Marshall Rosenberg ogni volta che diciamo qualcosa ad una altra persona, chiediamo qualcosa in cambio:

–         Connessione empatica

–         Riconoscimento verbale o non verbale di essere stati compresi

–         Una reazione onesta alle nostre parole

–         Una azione

Tanto più è chiaro quello che vogliamo dall’altro, tanto più è probabile che i nostri bisogni siano soddisfatti.

Io ho chiesto un messaggio per essere sicura che tutto andasse bene ma in effetti quello di cui avevo bisogno era partecipazione e prossimità.

Essere consapevoli di quello di cui si ha bisogno è il primo passo per imparare ad esprimerlo…e la terza iterazione è andata meglio! Ho ricevuto quasi tre righe di messaggio!

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